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Problematiche età evolutiva (12)

17 Apr 10

Educare alle emozioni

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Negli ultimi anni si è assistito ad una notevole rivalutazione delle componenti emozionali dell’intelligenza, considerate fattori che incrementano il benessere psico-sociale della persona, rendendola capace di riconoscere i propri stati emotivi e quelli degli altri, di motivare se stessa e di gestire le emozioni in modo funzionale, sia interiormente che nelle relazioni interpersonali.

I comportamenti cosiddetti “a rischio” sono più frequenti nella adolescenza che, come è noto, è una fase evolutiva molto difficile e complessa, in cui si verificano rapide modificazioni fisiche, sessuali, psicologiche, cognitive e sociali, alle quali l'adolescente deve in qualche modo adattarsi.

Il “Cyberbullismo” è costituito da tutte le azioni aggressive effettuate attraverso i nuovi strumenti di comunicazione (cellulare, chat…) da una persona singola o da un gruppo che hanno l’obiettivo di far male o danneggiare un coetaneo che non può facilmente difendersi. Secondo uno studio di un gruppo di ricercatori europei, circa il 10% degli adolescenti tra i 12 e i 14 anni ne è vittima.

Il mondo della scuola sta cambiando: cambiano i programmi, cambiano i soggetti operatori (per numero e in alcuni casi per ruolo: nuove figure di tecnici, esperti…) cambiano i bambini, i ragazzi, i giovani che frequentano la scuola, cambia la relazionalità a più livelli fra i vari attori. Dirigenti, insegnanti e non solo, si trovano quotidianamente di fronte a sfide sempre nuove. Queste vanno dalla “semplice” gestione del clima e della disciplina in classe a imponenti questioni metodologiche e didattiche.

Dall’inglese bullying, il termine bullismo indica un comportamento che mira consapevolmente a fare del male, che è persistente- talvolta dura per settimane, mesi e perfino anni- e da cui è difficile difendersi. Occorre fare attenzione, però, a non confondere il bullismo con i litigi tra coetanei; la differenza è che un litigio non è né intenzionale, né ripetuto.

di Simona Morganti

In questo articolo vengono descritti i diversi elementi che compongono un efficace trattamento dei disturbi specifici di apprendimento.

di Letizia Moretti

Le difficoltà d’apprendimento sono state stimate intorno al 10% dell’intera popolazione scolastica; le cause vanno dal disagio socio-ambientale, al ritardo lieve nello sviluppo intellettivo, ad aspetti emotivi-relazionali per arrivare ai Disturbi Specifici di Apprendimento (con una frequenza del 4% circa).

In Italia l'affidamento familiare è regolamentato dalla Legge 184/1983, che è stata successivamente modificata dalla Legge 149/2001 e può essere consensuale se è condiviso e approvato dai genitori, giudiziale se viene disposto dall’Autorità Giudiziaria.

Il Bullismo troppo spesso viene "liquidato" come un semplice "gioco da ragazzi". Se immaginiamo la figura del classico bullo viene in mente un compagno di scuola più grande che commette piccole prepotenze, che ruba la merenda, che prende in giro e che al massimo arriva a tirare un pugno.

di Simona Ruffini

L'articolo affronta la tematica del Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività. Viene evidenziata l'importanza delle strategie educative messe in atto con tutto il gruppo classe come intervento efficace per affrontare questo problema, che riguarda un numero sempre maggiore di bambini.

di Laura Bruni

Sempre più spesso si sente dire fra genitori, insegnanti, educatori e persone che a vario titolo hanno a che fare con i bambini “ quel bambino è proprio iperattivo! ”, non sta mai fermo, si distrae, non ascolta, non rispetta le regole.Vediamo in questo articolo in che cosa consiste l'ADHD.

di Rosa Di Geronimo

L’ orientamento scolastico e professionale.

di Federica Cicchelli

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