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Pubblicato in Vado dallo Psicologo?

Perché è ancora così difficile rivolgersi ad uno psicologo?

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Miti e pregiudizi sulla professione dello psicologo

di M.Grazia Vono

Sono passati sessantacinque anni da quando L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha definito la salute come “stato completo di benessere fisico, psicologico e sociale”. Eppure, oggi, a una continua e spasmodica ricerca del benessere fisico e della perfetta forma corporea corrisponde una minore attenzione per la salute mentale.

Una delle principali ragioni di ciò è da rintracciarsi nei timori e nella confusione che ancora suscita la figura dello psicologo, troppo spesso oggetto di falsi miti e pregiudizi, in virtù dei quali le persone tutelano e promuovono la propria salute solo in parte.

È giusto e doveroso precisare che la professione di psicologo comprende l'uso degli strumenti conoscitivi e d’intervento per la promozione del benessere, “la prevenzione, la diagnosi, le attività di abilitazione-riabilitazione e di sostegno in ambito psicologico rivolte alla persona, al gruppo, agli organismi sociali e alle comunità. Comprende altresì le attività di sperimentazione, ricerca e didattica in tale ambito” [1].

Lo Psicologo può intervenire in ogni ambito attraverso il colloquio, l'ascolto, l'osservazione, i test psicologici e la relazione “per migliorare la capacità delle persone di comprendere se stessi e gli altri e di comportarsi in maniera consapevole, congrua ed efficace”[2]. Se necessario, incoraggia il processo di cambiamento, aiutando il paziente a riattivare e rinsaldare energie e risorse interne, al fine di ridurre l’eventuale disagio psicofisico derivante dal mancato superamento di blocchi e ostacoli psichici.

Pertanto, ai luoghi comuni che accompagnano da sempre la figura di questo professionista, è possibile rispondere che:

Rivolgersi a uno psicologo non significa necessariamente avere un problema psicologico.
La salute è presenza di benessere, non assenza di malattia. Una consulenza psicologica da parte di un esperto della salute mentale può rivelarsi utile per orientarsi davanti ad una decisione importante, per acquisire maggiore consapevolezza delle proprie risorse e del proprio modo di relazionarsi, perché si avverte necessità di un parere o un supporto nella gestione di situazioni stressanti e fasi critiche della vita o, semplicemente, per fugare dubbi e ricevere informazioni su tematiche di natura psicologica.

Lo psicologo non è il medico dei matti.
Momenti di difficoltà, di crisi, condizioni di stallo e di forte disagio: chi non si è trovato di fronte a una di queste situazioni? Chi non si è confrontato con un evento particolarmente significativo come un matrimonio, la nascita di un figlio, la rottura di una relazione o un lutto? Nessuna di queste persone si definirebbe matto! Eppure, molte fra queste, in analoghe condizioni che possono risultare di difficile elaborazione psicologica ed alle quali non è sempre semplice e scontato adattarsi, avrebbero bisogno di un supporto psicologico. Quando l’incapacità di fronteggiare adeguatamente una situazione provoca un disagio o una sofferenza che diviene sempre più pervasiva e invalidante, potrebbe essere utile mettere da parte la vergogna e gli stereotipi che etichettano chi si rivolge allo psicologo come un debole.
Andare dallo psicologo non è segno di debolezza e non deve suscitare vergogna. Si prova forse imbarazzo quando ci si reca dal dentista? Prendersi cura di se stessi significa solo trovare il coraggio di riconoscere i propri limiti, essere responsabili e voler vivere al meglio.

Lo psicologo non legge nel pensiero delle persone e non offre soluzioni magiche ai problemi.
Il professionista della salute mentale non è un dispensatore di consigli e non dice al cliente quali soluzioni scegliere; lo invita, piuttosto, a riflettere sulle situazioni e sugli eventuali problemi ripercorrendo strade inesplorate e risorse trascurate. Mette a disposizione del cliente le proprie competenze rispettandone l’autonomia e l’autodeterminazione; spetterà solo a quest’ultimo l’arduo compito di potenziare o ristabilire il proprio equilibrio e migliorare la qualità della propria vita.

Non ci s’improvvisa Psicologi. Parlare con un amico non equivale a confrontarsi con un professionista della salute mentale.
Essere psicologi significa possedere un’adeguata formazione in ambito psicologico conseguibile solo dopo un lungo e impegnativo percorso. Per esercitare la professione, è necessario conseguire la laurea quinquennale in Psicologia, svolgere un tirocinio della durata di un anno, superare un Esame di Stato e, infine, iscriversi alla sezione A dell’Albo professionale di una regione o Provincia italiana.

Letto 2620 volte Aggiornato: Martedì, 22 Settembre 2015 19:47

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