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nuova ipotesi sullo sviluppo del disturbo di panic

06/10/2013 07:50 #108 da vincenzo55
Mi presento quale nuovo iscritto: Vincenzo DI GIULIO laureato psicologia clinica. Mi sono interessato sin da giovanotto al disturbo di panico avendolo conosciuto personalmente. La mia esperienza personale e quella professionale mi hanno portato ad una deduzione teorica, ossia che le persone predisposte a tale disturbo non hanno superato la sindrome abbandonica dei primi anni di vita. Ritengo che ogni bambino attraversa questa sindrome per poi superarla con l'acquisire della cognizione. In alcuni cio' non avviene per cui le emozioni vissute non crescono e nel corso della vita un qualsiasi episodio che ci chiama in causa puo' far scattare il primo attacco di panico ponendo in esso tutte quelle sensazioni che erano in uno stato di quiete. La causa del perchè di un attacco di panico non è mai dimostrabile sotto nessun aspetto: Biologico, genetico, sociale, di esperienza di vita e quant altro ancora. A noi non ci deve interessare il perchè ma piu' di ogni altra cosa il come per poter apporre rimedi a questa malattia, a volte anche invalidante. Ho altresi' considerato che le persone affette dal disturbo di panico hanno latenti manifestazioni del d.o.c. e frammenti di pensiero di tipo paranoico là dove per paranoia intendo l'estrema paura del simile. Ritengo che la cura piu' appropriata sia quella di curare il simile con il simile per far acquisrie sicurezza ai pazienti d.a.p.. Vorrei conoscere il vostro parere in merito per trovare una soluzione piu' idonea possibile nell'alleviare, curare e magari guarire dal disturbo di panico

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10/10/2013 13:06 #110 da Equipe
Gentile Vincenzo, la ringraziamo per il suo contributo.
Siamo d'accordo con lei sull'importanza del modello operativo attaccamentale per la genesi del disturbo da attacco di panico.
Indubbiamente è fondamentale lavorare sul recupero della sicurezza in questi pazienti, parallelamente ad un alleviamento dei sintomi piu' severi.
Nella nostra esperienza è centrale il lavoro sul rafforzamento del senso d'identità di questi pazienti, l'aiuto a ritrovare un centro del sè che, proprio nella lettura della sintomatologia, sembra perduto.
Un cordiale saluto

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