di Simona Morganti
Tra una settimana sarà San Valentino, la festa degli innamorati. Troppo spesso però le relazioni amorose diventano una trappola mortale.
L’ultimo caso in ordine temporale di Femminicidio avviene a Parma circa una settimana fa: Arianna Rivara ha trovato la morte dopo aver accettato un incontro nell’appartamento dell’ex compagno, che le aveva comprato un anello nella speranza di riallacciare il rapporto interrotto lo scorso luglio. Ha trovato la morte per quel "no", per il rifiuto di tornare a vivere con lui.
Anche Sara di Pietrantonio e altre donne sono state uccise in occasione dell’ultimo incontro.
La dinamica del Femminicidio (che il termine ci convinca o no si usa quando in un crimine il genere femminile della vittima è una causa essenziale, movente, del crimine stesso, nella maggior parte dei casi perpetuato all’interno di legami familiari) segue dunque un copione? Molte volte sì:
Lui non accetta la separazione, spesso tormenta la sua ex che ancor più spesso accetta quell’ultimo incontro per spiegare le ragioni della chiusura, nella speranza che lui capisca e accetti, e che il tormento finisca. Ma un uomo che ha un problema nel gestire l’abbandono non può accettare che una donna gli dica no; per quest’uomo, quando la sua ex accetta di incontrarlo, vuol dire che ha ceduto, che tornerà sui suoi passi.
Quando invece lei va all’incontro chiarificatore per rinnovare quel no, nella testa dell’uomo che perseguita è l’ennesima provocazione, intollerabile, e va punita.
E allora, visto che ormai possiamo tracciare alcune regolarità di comportamento nella dinamica della fine di una relazione, vediamo quali consigli possono salvare la vita della donna in pericolo.
Per le donne
Per gli operatori dei servizi, psicologi, assistenti sociali, operatori primo soccorso:
Per gli amici e familiari della donna in pericolo:
Le conoscenze sui fenomeni aumentano e con esse gli strumenti di contrasto, utilizziamoli al meglio fin dalla fase preventiva.
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Psicologa e Psicoterapeuta ad indirizzo sistemico-relazionale, svolgo attività clinica presso Psicologia insieme, Studio Associato e Associazione onlus, di cui sono il Presidente. Responsabile dell’area violenza e dipendenza nelle relazioni svolgo in questo settore formazione per operatori e gruppi di sostegno per l’utenza.