di Simona Morganti
Il titolo del film, che però si riferiva alla perdita di memoria, risulta calzante per descrivere l’intento di un comportamento che si sta drammaticamente “accreditando” tra quelli a disposizione dello stalker.
Solo in Italia i casi sono più che triplicati dal 2013 allo scorso anno. In Europa negli ultimi quattro anni si è assistito ad un aumento del 120% degli attacchi con l’acido. Una tortura che donne (ma anche uomini e bambini) subiscono nel 90% dei casi per mano di loro familiari, compagni o conoscenti.
L’ultimo caso noto in Italia è quello in cui è rimasta vittima Jessica Notaro, ex finalista di Miss Italia e addestratrice all’acquario di Rimini, sfregiata con l’acido dal suo ex fidanzato. Proprio oggi comincia il processo per stalking e minacce a Eddy Tavares, suo ex fidanzato. Jessica Notaro così come Carla Caiazzo e Lucia Annibali. Donne alle quali sono stati “cancellati i connotati” per punire il rifiuto, per vendetta.
L'aggressione con acido, conosciuta anche come vitriolage è una pratica che ha le sue origini nei Paesi musulmani e che ora si sta tristemente diffondendo anche da noi.
Senza un reato specifico non si hanno le aggravanti di un omicidio; nessuno, fisicamente, è stato ucciso e quindi si ricade nell’ipotesi delle lesioni e, se non sono considerate gravi, la pena può essere molto bassa.
Laura Puppato, senatrice pd, è prima firmataria di un disegno di legge per istituire l’omicidio di identità. L’intento dell’aggressione con l’acido è in effetti quello di cancellare l’identità della persona ed il pensiero sottostante di chi lo commette è quello già noto a chi si occupa di stalking: “se non vuoi più essere mia, nessun altro ti avrà come ti ho avuto io”. Si vuole cancellare la persona senza però pagare il prezzo dell’omicidio, costringendola tra l’altro ad un terribile calvario. Carla Caiazzo ha subito 21 interventi al volto che però non sarà più quello di prima. Morte fisica o cancellazione dell’identità, la vendetta è ugualmente compiuta.
La legge introduce articoli specifici nel codice penale: non meno di 12 anni di carcere per chiunque (uomo o donna), volontariamente, cagioni al volto di una persona danni parziali o totali, tali da modificarne le caratteristiche. La pena è aumentata da un terzo alla metà se i fatti sono commessi da familiari o conviventi.
Come per la legge 119 sullo stalking la relazione affettiva è considerata un’aggravante. E’ importante parlarne, è importante inquadrare questo orrendo reato come omicidio di identità, spesso epilogo di una persecuzione. E’ inoltre urgente valutare il rischio di emulazione e pensare ad una regolamentazione della vendita di acidi.
Per quanto riguarda la donna vittima di stalking, che adesso rischia anche questo, essa deve, come già noto, non sottovalutare mai l’escalation dei comportamenti di molestia e minaccia e subito denunciare, così da poter attivare tutti i sistemi di protezione.
Psicologa e Psicoterapeuta ad indirizzo sistemico-relazionale, svolgo attività clinica presso Psicologia insieme, Studio Associato e Associazione onlus, di cui sono il Presidente. Responsabile dell’area violenza e dipendenza nelle relazioni svolgo in questo settore formazione per operatori e gruppi di sostegno per l’utenza.