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Pubblicato in Dipendenze patologiche

L'emozione non ha voce: Alessitimia e Dipendenze In evidenza

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21 Mar 17

di Laura Falzone

La maggior parte di noi dà per scontata quella meravigliosa capacità che ci permette di dare un nome alle emozioni che proviamo. Tutto sembra un avvenire in modo automatico, immediato, senza sforzo.

Eppure il nominare le emozioni è l’esito di un processo complesso, che parte dalla capacità di discriminare quello che avviene nel nostro corpo e nella nostra mente, unito alla lettura della situazione che ci circonda.

Dopo aver raccolto questi elementi, posso dare un nome a ciò che mi accade: paura, rabbia, gioia, tristezza.

Vedendo un cane che mi corre incontro, il mio sistema mente-corpo in una frazione di secondo mi dirà se rispondere con la paura, nel caso in cui io non conosca l’animale e interpreti la situazione come pericolosa, o con la gioia, nel caso in cui riconosca che si tratta del mio cane che corre a farmi festa.

Possiamo dare per scontata questa capacità?

Non è così. Esiste un deficit, chiamato “Alessitimia”, che letteralmente significa “assenza di parole per le emozioni”; si tratta di un disturbo che si manifesta attraverso una difficoltà nell’identificare e descrivere le proprie emozioni. L’alessitimia predispone il soggetto ad un’esperienza emozionale confusa e vissuta in maniera travolgente; ne consegue una scarsa comprensione dei significati associati alle emozioni e quindi un’incapacità di modularle in maniera efficace.

Che legame ha questa incapacità di nominare le emozioni con i comportamenti di dipendenza?

Leggendo il diario alimentare di un paziente con BED (Disturbo Alimentazione Incontrollata) è facile rendersi conto di quanta confusione ci sia nel definire il contesto emotivo e le sensazioni che precedono un’abbuffata. Ad un livello meno elaborato, ricorre molto spesso la parola “fame”: “Sono tornato a casa dopo una giornata tremenda in cui tutto è andato storto, mi sono accorta di avere una fame irresistibile...”

Nello stesso modo, i pazienti che soffrono di Dipendenza da Sostanze se interrogati circa il loro stato emotivo spesso riescono solo a dire: “Sto male”. Qualsiasi alterazione dello stato emotivo viene percepita come malessere non meglio identificato. Tanto che accade spesso che sentano il bisogno di sedazione tramite ansiolitici o sostanze stupefacenti anche a seguito di buone notizie o eventi gioiosi.

L’urgenza è sempre la stessa: spegnere l’esperienza a cui non si riesce ad attribuire un nome, una forma, un confine, un significato.

 Parte integrante del lavoro riabilitativo è proprio affiancare e sostenere il paziente nell’ “imparare a leggere” il proprio universo emotivo.

Nel prossimo post, approfondiremo il legame tra emozioni e dipendenza, parlando del rapporto tra competenza emotiva e comportamenti di dipendenza.

Può essere importante l’educazione al riconoscimento e alla gestione delle emozioni già dalla prima infanzia. Se sei interessato all’argomento guarda il programma del nostro master breve “Tecniche di gestione delle emozioni per interventi nell’età evolutiva.”
Letto 5442 volte Aggiornato: Lunedì, 17 Aprile 2017 16:55
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